“Perché J.K. Rowling è accusata di transfobia?”
Anno
2023
Testata
Esquire Italia
È uscito Hogwarts Legacy, il nuovo videogioco-evento di Harry Potter a dieci anni dall’ultima iterazione videoludica della saga, e i social media traboccano non solo di boicottaggi, ma anche di accuse gravose a chi ci gioca: diversi streamer sono diventati oggetto di molestie mirate, mentre molti giornali specializzati hanno preferito non recensirlo o dargli il voto minimo. Il bailamme si deve all’autrice della saga dei maghi, Joanne detta J.K. Rowling – da cui peraltro il videogame si è distanziato parecchio – che da qualche anno è diventata una figura estremamente divisiva: merito (o colpa) delle sue prese di posizione ferme e progressivamente esasperate sui transgender, diventate la pietra d’inciampo delle contrapposizioni online che i media hanno iniziato a definire con l’espressione-ombrello culture wars.
Cosa ha detto J.K. Rowling per inimicarsi il mondo dell’attivismo online? Riavvolgendo fino all’inizio delle ostilità, il 6 giugno del 2020 la scrittrice scozzese condivide col suo enorme seguito su Twitter un titolo di giornale contenente la perifrasi «people who menstruate» (“persone che hanno il ciclo”), commentando: «Sono sicura che ci fosse una parola per riferirsi a quelle persone». È la miccia di innesco: Rowling lo stesso giorno precisa che «conosce e ama persone transgender», ma «se il genere sessuale non è una cosa vera, non esiste un’attrazione per persone dello stesso sesso», e «la realtà vissuta dalle donne del mondo viene rimossa».