Se vedi complotti anche nella vittoria di Mahmood a Sanremo, forse sei un imbecille
Fino a poco tempo fa avrei dovuto sforzarmi per immaginare di scrivere un post su Sanremo, ma in Italia ogni scusa è buona per un salto nel grottesco, restituendo tutto alla dimensione della sagra paesana (quelle dove si beve tanto e male, forse non propriamente a caso).
Il Festival di Sanremo 2019 ha incoronato vincitore Mahmood, ventisettenne milanese di Gratosoglio che, come tanti altri, ha un padre: il padre dell’artista Mahmood, al secolo Alessandro Mahmoud, è nato in Egitto, mentre la madre è sarda. Ieri sera, all’annuncio dell’incredulo vincitore, i social network sono istantaneamente traboccati di rabbia e sdegno, con una veemenza che non si sperimentava dall’estate scorsa, ai tempi della trattativa grillin-leghista col Colle per inserire il nome di Paolo Savona nella squadra di governo. Come allora, un elemento ha svettato su tutti gli altri: la teoria del complotto.
Soldi, la canzone di Mahmood, è uno tra i pochi prodotti musicali tra quelli in gara (se non l’unico) a non sembrare uscito dal 1972. Non significa che debba piacere per forza, ci mancherebbe, ma basterebbe questo banale dato di fatto per chiudere ogni polemica prima che nasca. E invece l’astuto popolo del web ha iniziato a sbirciare le percentuali del televoto raccolte dai tre artisti arrivati in finale: oltre allo stesso Mahmood, gli impresentabili tenori de Il Volo e Ultimo (che non a caso parla già da Paolo Savona canoro: «La mia vittoria è la gente», ha dichiarato). Ultimo era al 46,5% delle preferenze; Il Volo al 39,4%; Mahmood solo al 14,1%.
Scempio? Politicizzazione del Festival? Complotto di sostituzione etnica di Soros (non scherzo, ho letto anche questo)? Niente di tutto questo. Tutti i valenti difensori della Patria che hanno votato Il Volo o Ultimo per fermare l’invasione, investendo 0,51 centesimi di euro in modo da salvare l’italica cultura dai rapper venticinquenni, avrebbero fatto meglio a dare un’occhiata alle regole della competizione, chiare fin dall’inizio e, che mi risulti, non certo nascoste sotto i cuscini dei divani di qualche salotto frequentato da Baglioni, Renzi o Mattarella.
Per le prime tre serate di competizione, il voto del pubblico a casa ha contribuito in misura del 40% alla formazione della classifica dei partecipanti: le parti restanti erano equamente divise tra giuria demoscopica (300 musicofili selezionati in quanto ascoltatori abituali) e giuria della sala stampa (i giornalisti accreditati a Sanremo, che di solito sorprendentemente si occupano di musica); al termine della terza serata, si è stilata una classifica delle 24 canzoni in gara, facendo la media dei voti ottenuti nelle tre sere precedenti. Qui è entrata in campo la giuria d’onore.
Nella quarta serata, la percentuale di influenza del televoto è salita al 50%, con un 30% determinato dalla sala stampa e un residuo 20% dalla giuria d’onore (quest’anno composta, tra gli altri, da Camila Raznovich, Joe Bastianich, Ferzan Ozpetek e Serena Dandini). Arrivati all’ultima serata – cioè alla finale di sabato sera – si è rivotato con le stesse percentuali del giorno precedente, e si è quindi ottenuta la classifica finale facendo la media tra i voti della quinta serata e quelli della settimana di Festival. Con lo stesso, medesimo meccanismo di ripartizione del “peso” dei giurati (50% il pubblico, 30% i giornalisti e 20% la giuria d’onore) si è infine passati a eleggere il podio. E ha vinto Mahmood.
Immaginare che ci sia bisogno anche di pareri di chi ha l’autorità per esprimerli risulta arduo, in una bizzarra epoca storica in cui Barbara Lezzi spiega l’economia a Carlo Cottarelli, ma a Sanremo non è successo nulla di male, non si è consumato nessun calpestamento della volontà popolare. Non sono stati “i piddini” né le “élite” a incoronare il rapper italo-egiziano “facendo politica”: siete stati voi, che evidentemente non avete votato abbastanza Ultimo o Il Volo, o qualunque onorevole rappresentante del sangue italiano. Riponete le baionette, sgomberate la piazza, interrompete l’impeachment, togliete il fez: è andato tutto secondo le regole, il vincitore di Sanremo è Eletto dal Popolo™. Se non vi sta bene, che dirvi: Maalox?
Mahmood era solo terzo, è stato fatto vincere per far dispetto a Salvini! - Bufale
10/02/2019 @ 18:39
[…] Come ricorda Davide Piacenza, semplicemente se il popolo ritiene che il suo voto non abbia influito … […]
10/02/2019 @ 20:18
Nessun complotto, è oggettivamente una canzone orribile. Il discorso che, a tuo parere (molto opinabile), sia l’unica che non sembra uscita nel 1972, che c’entra? A parte che non è assolutamente vero, secondariamente per quale motivo dovrebbe chiudere ogni discorso? Perché siamo nell’era (aimè) del trap e quindi deve vincere una canzone trap? Non cerchiamo complotti o discorsi che cercano di dare del sottilissimo razzismo alle persone, le lamentele ci sono perché non è una canzone che alla maggior parte del pubblico piace, la scena trap è per le nuove generazioni, non per chi guarda Sanremo, che invece cerca più sonorità e melodie in linea con la tradizione italiana, ecco il motivo delle polemiche.
Poi si può discutere anni su chi doveva o non doveva vincere, non mi interessa, ho ascoltato si e no 3 canzoni e questa mi ha fatto cagare.
11/02/2019 @ 15:25
Ivan, la polemica che si vede in queste ore non verte attorno a “la canzone non mi piaceva”, bensì a migliaia di variazioni di “ha vinto perché c’è di mezzo la politica”. Queste ultime, per i motivi che spiego sopra, sono evidenti cazzate, che solo in un paese derelitto come il nostro avrebbero potuto prendere piede e diventare motivo di dibattito.
11/02/2019 @ 16:58
A parte l’interessante discorso su come si possa stabilire oggettivamente il valore estetico di una canzone, mi stai dicendo che quella canzone è trap? Ma per davvero?
11/02/2019 @ 0:08
Tutto chiaro,,, non si farà nessuna guerra,,,,,,
11/02/2019 @ 9:33
tutte cazzate !! un giornalista ha dichiarato che l’ordine di votare è venuto dall’alto ! Per motivi politici . I paraculi cercano il pelo nell’uovo !
11/02/2019 @ 15:27
No Gino, stai parlando di un video-parodia creato appositamente da un diffusore di fake news. Si chiama Gian Marco Saolini (cerca pure il nome su Google), e tu non dovresti usare i social network finché non riesci a distinguere i suoi interventi dalla realtà.
11/02/2019 @ 13:54
A prescindere da tutto il bellissimo discorso a sfondo inutilmente politico, la canzone ha un testo e una base insulsi, tolto il battimani durante il ritornello che può soprandere solo la giuria di Sanremo, per il resto non trasmette granché (opinione personale).
Ricordo comunque che non sempre la critica rispecchia i gusti e la volontà dell’intera popolazione (non tutti gli italiani spendono 0,51 cent per un telefono, me compreso).
Caro sig. Piacenza , si ricorda un certo Vasco Rossi arrivato ultimo al festival?… 200.000 persone a Modena due anni fa.
Esprimo solo un pensiero ovviamente e certamente non ho nulla contro Mahmood, ma a parer mio si è voluta regalare una occasione, niente di più!
Per il secondo e terzo posto, invece quest’anno, si è pensato come premio di consolazione, degli insulti gratuiti…(il budget era quello purtroppo).
I social si saranno anche scatenati, ma si ricordi che nulla è lasciato al caso.
11/02/2019 @ 16:17
E se l’imbecille fossi tu?
11/02/2019 @ 19:23
Può essere, può essere; è che della tua, di imbecillità, qua sopra credo di aver dato ampia prova. A te l’onere di provare quello che affermi.
11/02/2019 @ 16:38
La polemica sta nel fatto che la giuria d’ onore se così la si volesse chiamare era composto da gente che di musica ne sapeva quanto uno che votava da casa, per non parlare dei giornalisti che esultavano alla notizia del terzo posto del Volo. Gente non proprio musicofila come ha scritto lei. Di conseguenza si immagini il contrario, se Mahmood avesse perso con un 46% del televoto, altro che al razzismo si sarebbe inneggiato. Il problema non sta nel fatto che il Ragazzo sia egiziano, cinese o arabo, ma nel fatto che hanno voluto dare un impronta politica ad un festival “popolare” che di popolare non ha avuto proprio niente, dimostrando che anche se il popolo vota la decisione finale la prendono comunque i piani alti. Anche perché capisco che ci possa essere una leggera discordanza, ma ribaltare così una votazione mi sembra alquanto surreale.
11/02/2019 @ 19:28
Caro Mattia, la invito a rileggere con più attenzione il funzionamento del voto che descrivo in questo post. Se lo farà, sono certo che non potrà che trovare assurda la sua frase «anche se il popolo vota la decisione finale la prendono comunque i piani alti»: si è votato ogni sera, e serata per serata sono state fatte medie e assegnati punteggi, da una giuria di qualità che peraltro è sempre esistita (e che ne sapesse di musica «quanto uno che votava da casa», suvvia, lo trovo opinabile: capisco le tentazioni dell’epoca storica, ma non riduciamo tutto alla sacra “ragione del popolo”). Se Mahmood avesse perso col 46% del voto, io non avrei detto mezza parola, come spero nessuna persona mediamente assennata. Dopodiché, che i cori di certi giornalisti contro Il Volo fossero quantomeno evitabili mi sembra una verità innegabile.
11/02/2019 @ 17:49
ma perché dev’esserci Camila Raznovich, Joe Bastianich, Ferzan Ozpetek e Serena Dandini e non invece un produttore, un musicista, un radio speaker, un fonico di palco? che titolo ha questa gente? onore de che?
11/02/2019 @ 19:29
Perché il musicista, lo speaker e il fonico fanno parte delle altre due giurie “non pubblico”. Ma è così da sempre.
11/02/2019 @ 23:24
Camila Raznovich è stata veejay di punta di MTV per 15 anni. Non è proprio una uscita dal nulla.
11/02/2019 @ 21:18
Vero che c’è sempre qualcuno che esagera un po’, rasentando di molto l’imbecillità, ma anche buttarla tutta in caciara, come fai con questo articolo, è piuttosto sintomo di ingenuità o disonestà intellettuale. A conti fatti, siamo pur sempre in Italia, e certi fatti sono molto più vicini alla realtà che alle manie di persecuzione.
12/02/2019 @ 0:05
Ma che senso ha che ci siano tre giurie?
Una popolare, in un festival che di popolare non ha niente ma posso anche capirlo, la quale però ha la maggior influenza.
Una minor influenza è in mano ai giornalisti, ovvero a coloro che intervistavano i protagonisti (Ricordo che Baglioni chiaramente afferma che la canzone del lauro ha altre tematiche e nega palesemente l’evidenza..) e che sono abbastanza certo che sono esperti in materia musicale quanto me.
Infine, una giuria d’onore che ha un influenza ancor minore composta dai già citati Camila Raznovich, Joe Bastianich, Ferzan Ozpetek e Serena Dandini ecc. di cui quindi il musicista, il fonico e lo speaker che probabilmente erano gli unici in grado di dare un effettivo giudizio imparziale, dovevano effettivamente pagare i famosi 51 cents, se ho capito giusto, per espimere il loro voto come tutti gli altri..
Alla fine peraltro facendo i calcoli e, qualora la matematica non m’ingannasse cosa che potrebbe persino essere, la giuria popolare pareggia le altre 2 giurie e stranamente il risultato finale è in totale dissenso col volere popolare.
Sarò imbecille, per giunta ringrazio per il complimento che m’onora, ma qualquadra non cosa..
Detto tutto ciò non me ne può fregar de meno di chi ha vinto ma facevo il tifo lo stesso per federica carta perché è figa..
12/02/2019 @ 13:23
La sala stampa si è resa partecipe di comportamenti aberranti già in altre occasioni: ha offeso il volo e ha cercato in ogni modo di provocare ultimo in conferenza stampa, perché quella è gente che si nutre di polemiche e fa soldi buttando benzina sul fuoco.
Il loro voto si può spiegare in un solo modo: hanno visto nel rovesciamento del voto popolare la possibilità di sollevare un polverone immenso e hanno quindi agito solamente per il loro interesse, non servono né complotti di Soros né giochetti radical chic per giustificare questa tesi
12/02/2019 @ 14:53
Ma di che «rovesciamento» parliamo, dato che si vota di giorno in giorno e poi si fa la media tra le votazioni? In che modo la sala stampa avrebbe potuto fare calcoli per andare deliberatamente contro i voti provenienti da casa? E per giunta per «sollevare un polverone immenso», senza sapere che semmai avrebbe sortito quest’altro, di polverone? Dai, su. Alcuni giornalisti sono imbarazzanti, ma non è l’inizio e la fine di tutto.
12/02/2019 @ 15:28
Sarà anche milanese ma come nome d’arte ha scelto il cognome (altra cosa se fosse stato semplicemente Alessandro Mahmood). Nel brano critica il padre come mussulmano ipocrita che non rispetta il Ramadan. Nel video c’è la madre (l’attrice che la interpreta) velata. Lo ha presentato come Morocco-Pop… Il tutto al festival della canzone italiana.
Guarda come sono andati i voti delle serate e dimmi tu se qualcuno non era stato preparato a votarlo…
PRIMA SERATA (Martedì)
– Da casa……………………. 21*
– Demoscopica……………. 19*
– Sala stampa………………..1°
– TOTALE SERATA………….8°
SECONDA SERATA (Mercoledì… NON PRESENTE)
TERZA SERATA (Giovedì… solo 12 cantanti)
– Da casa……………………. 7*
– Demoscopica……………. 8*
– Sala stampa………………..2°
– TOTALE SERATA………….4°
QUARTA SERATA (Venerdi)
– Da casa……………………. 12*
– Giuria d’onore……………. 1*
– Sala stampa………………..4°
– TOTALE SERATA………….3°
– TOTALE CUMULO………..4°
QUINTA SERATA (sabato)
– Da casa…………………….. 7*
– Giuria d’onore……………. 1*
– Sala stampa………………..2°
– TOTALE SERATA………….1°
– TOTALE CUMULO………..3°
QUINTA SERATA FINALE (i primi tre)
– Da casa…………………….. 3*
– Giuria d’onore……………. 1*
– Sala stampa………………..1°
CLASSIFICA FINALE………..1°
12/02/2019 @ 23:48
Due parole veloci veloci in risposta a una lettura un filino superficiale di testo ed esibizione e personaggio.
Mahmood è il cognome rielaborato, ovvero Mahmoud, di cui ne ha fatto un nome d’arte senza l’h aspirata per ricreare un gioco di parole anglofono con ‘my mood’, come afferma lui stesso in un’intervista. Se proprio vogliamo precisare, ha anche confermato di essere ateo, la critica del ramadan è da prendere – ancora, come lui afferma – come un allegorico ‘predichi bene e razzoli male’. La canzone non mi pare fosse in inglese, o in francese, salvo cinque parole in arabo che sono un discorso diretto riportato dai ricordi dell’infanzia di chi canta.
12/02/2019 @ 15:32
Cinque considerazioni per lei:
1) Non è vero che i voti della sala stampa e della giuria d’onore ci sono sempre stati: i voti della sala stampa esistono mi pare dagli anni Novanta; quelli della giuria d’onore dal 2006;
2) Claudio Baglioni ha dichiarato a “La Repubblica” che se si vuole tornare a fare un festival popolare bisogna tornare al solo voto del pubblico (cioè il televoto) e che il voto dei giornalisti non viene abolito perchè si ha la paura che, in tal caso, i giornalisti poi scriveranno peste e corna del Festival (fonte: https://www.repubblica.it/dossier/spettacoli/festival-di-sanremo-2019/2019/02/10/news/sanremo_baglioni_se_il_festival_vuol_essere_popolare_solo_televoto_-218796600/); è un imbecille o un complottaro anche lui?
3) Perchè ti lamenti del fatto che anche il Festival viene biecamente politicizzato e poi citi, senza che c’entri un cavolo con la musica e Sanremo, il caso del Ministro Savona?
4) Precisamente, a partire da quale giorno in Italia è diventato sbagliato e addirittura vergognoso il fare ciò che il popolo (o “la gente”, o “le persone”, o “la massa”, o “il popolino”, o “la maggioranza”, o “i cittadini”, chiamalo come preferisci) chiede di fare?
5) Quali sono le competenze musicali di Joe Bastianich, Ferzan Ozpetek, Beppe Severgnini, Claudia Pandoli, Elena Sofia Ricci e Serena Dandini? E perchè loro – in particolare Bastianich, Severgnini e la Dandini – si scherniscono quando vengono criticati da persone che non si occupano del loro settore e poi loro stessi vanno a incidere e a giudicare su un settore completamente diverso dal loro?
Grazie per l’attenzione
12/02/2019 @ 23:56
Sarà mica così ingenuo da credere che se il giovane Mahmood si fosse chiamato Alberto Rossi la parte “colta” della popolazione avrebbe comunque osannato una canzone francamente insulsa?? Non si tratta di un complotto ma di una semplice banale evidenza; la sinistra rappresentata dalla giuria demoscopica composta da 300 istruiti musicofili insieme ad un ristretto gruppo di sapienti giornalisti e una manciata di sinistri attivisti pseudointelettuali, quando vede possibilità di esaltare la cultura straniera (anche se rappresentata solo da un cognome e niente più)…lo fa volentieri! In barba ai migliaia di voti espressi dal popolo sovrano tramite sms! Mi spiace ma siete veramente lontani dal popolo e questo, fortunatamente, vi porterà all’estinzione (politicamente parlando ovviamente!).
13/02/2019 @ 8:58
E lei sarà mica così razzista da dividere ancora l’Italia in tanti Alberti Rossi purosangue opposti a rarissime seconde generazioni da esibire come trofei per loschi fini politici? Consiglio un giro in una scuola elementare o media frequentata dal “popolo sovrano”: potrebbe essere che l’unico non solo ingenuo, ma prontissimo per l’estinzione sia lei. Cordiali saluti.
13/02/2019 @ 1:01
In effetti questo “scandalo” sanremese rispecchia alla perfezione il misero scenario politico attuale. Non certo, tuttavia, per il motivo che il sacro volere del popolo indignato sostiene. La vittoria di Mahmood, più che legittima e meritata, non c’entra nulla. Sono coloro che alimentano suddetta polemica a ben rappresentare perché oggi il nostro Paese versa in una condizione tanto pietosa. Basta vedere anche qui: gente che ancora insiste nel mettere in discussione gli insindacabili dati di fatto esposti nell’articolo, come se fossero opinabili. L’incessante strategia, da parte di certi esponenti del governo, di dar peso (quando fa comodo) alla volontà popolare è diventata una vera e propria farsa. Quando il popolo è spesso disinformato e imbecille, fargli credere che ogni opinione sia ugualmente valida e rispettabile significa incoraggiare di proposito l’ignoranza e la superficialità. Da qui traggono poi origine inutili discussioni su complotti che non esistono. E se a dare il la sono proprio certi vicep…irla, l’esito non può che essere una farsa.
13/02/2019 @ 20:43
È la composizione della giuria che fa pensare al complotto, che c’è eccome!
14/02/2019 @ 0:37
Complimenti Davide per la tua riflessione e, soprattutto, per l’aplomb e la determinazione nel rispondere punto per punto a tutte le rimostranze di chi parrebbe essersi sentito “punto sul vivo”. Buon ascolto. Andrea Gado
14/02/2019 @ 15:07
Sono totalmente d’accordo con Davide e mi complimento per la chiarezza. Chi lo contesta o è in malafede o continua ostinatamente a non capirlo il chiarissimo sistema di voto, oltretutto in vigore da anni, praticamente immutato e non mi sembra che ci siano state mai contestazioni come quest’anno. Vorrei ricordare che questo sistema fu introdotto quando si verificò che il sistema del voto popolare era controllato da alcune case discografiche che investivano milioni di euro per comprare pacchetti di voti per i loro cantanti. Se con lo stesso sistema di voto avesse vinto Ultimo o il Volo nessuno avrebbe detto niente, ha vinto un ragazzo di nome Mamhoud, un po’ svuretto di pelle, apriti cielo: complotto, politicizzazione e, decisione dei piani alti e via così complottando. Si da’ credito addirittura ad un video palesemente fake. Penoso il commento sul nome (se si presentava come Alessandro andava bene). Un minimo di sincerità, ditelo, ammettetelo, si chiama razzismo, si chiama xenofobia, coraggio, non è difficile. Dimenticavo: che la canzone sia bella o brutta è un giudizio assolutamente soggettivo, nessuno ha la verità in tasca e, fortunatamente, ancora non siamo completamente al pensiero unico anche se ci siamo vicino.